L’Associazione Progetto Cantoregi trae la propria denominazione da un progetto, commissionato dai Savoia nel XVIII secolo, per la costruzione di un teatro nella Città di Carignano (To). L’opera, a firma dell’architetto Pietro Maria Cantoregi, non venne mai realizzata.
Assumendo il nome di Progetto Cantoregi, la nostra compagnia, istituita nel 1977, ha inteso affermare la propria vocazione progettuale volta ad una teatralità popolare, vagante, senza fissa dimora, come in una perenne boheme di ricerca. Alla storia contadina si ispirano, e da essa prendono forma, molte delle nostre proposte espressive. Così come dall’intenzione di ricercare negli archivi abbandonati della cultura cosiddetta alta le fonti antropologiche che alimentano la ritualità della scena.
Progetto Cantoregi vanta più di quarant’anni di storia, iniziative e attività, dedicate soprattutto al teatro di impegno sociale e civile e a spettacoli, mostre, allestimenti scenici e rappresentazioni capaci di raccontare il nostro Paese attraverso le storie di uomini e donne che hanno lottato per i diritti e la dignità. Spesso coinvolgendo nei diversi progetti la cittadinanza o le fasce più deboli della società.
Progetto Cantoregi ha sempre fatto dell’impegno civile e della memoria il centro della propria ricerca. In coerenza con questa vocazione progettuale, dal 2001 al 2017 ha organizzato il festival La Fabbrica delle Idee, nell’ex manicomio di Racconigi, un tempo ironicamente denominato fabbrica delle idee, definizione dispregiativa ribaltata in senso positivo per titolare il festival e sottolineare la potenza creativa delle idee.
Ha inoltre realizzato, per conto della Sovrintendenza dei Beni Artistici e Architettonici del Piemonte, numerosi allestimenti scenici, prevalentemente presso il Castello Reale di Racconigi, ma anche presso la Reggia di Venaria, Il Castello, la Biblioteca civica e il Ponte dei Cavalieri Templari di Moncalieri, il Castello Reale e la ex Caserma di Via Asti a Torino.
Dal 2019 ha in gestione a Racconigi la SOMS, l’ex salone sociale appartenuto alla Società Operaia Mutuo Soccorso, trasformato in uno spazio di comunità, partecipato e multiculturale.
Dal 2020 organizza CuneiForme, rassegna tematica, policentrica e multidisciplinare nella provincia di Cuneo.
Dal 2022 organizza Raccordi, rassegna di teatro e danza contemporanea che si concentra sui temi dell’impegno civile e sociale.
1977 > 1980 | Il collettivo teatrale carignanese
1981 > 1988 | La cooperativa Progetto Cantoregi
1989 > 1994 | Dal rito alla sperimentazione
1995 > 2000 | L’associazione Progetto Cantoregi
2001 > 2018 | La Fabbrica delle Idee
I testi della Cantoregi – prima quelli scritti dal solo Gamna, poi con l’apporto di Aldo Longo, infine quelli realizzati con il contributo di altri coautori (tra cui Eugenio Vattaneo e Marco Pautasso) – rappresentano un bell’esempio di scrittura teatrale giocata finemente tra gusto letterario e funzionalità scenica. È soprattutto negli anni Ottanta che si assiste al raggiungimento di una sorta di perfezione drammaturgica, inevitabilmente propedeutica alla migliore riuscita delle performance. Il merito va ascritto all’ottima collaborazione, al feeling instauratosi tra Gamna e Aldo Longo, scrittore di teatro didattico e popolare, amante del giallo classico e delle trame raffinate. Fin dalla prima conversazione entrambi si scoprono ammirati sostenitori dell’alto potenziale narrativo ed evocativo della cultura contadina, di cui conservano con eguale affetto una ricca e sfaccettata memoria, velata di sottile nostalgia per un mondo che non esiste o non esisterà più.
Il progetto culturale di Gamna, ovvero di un dialogo tra presente e passato in funzione di ricerca d’identità sociale, trova in Longo, almeno per la parte letteraria, una validissima sponda, sebbene permanga una lieve, e non pregiudiziale, difformità di visione tra chi (Gamna) ritiene che uno spettacolo debba contenere necessariamente ed esplicitamente un messaggio e chi (Longo), senza ripudiare il valore comunicativo o “politico” del teatro, ritiene non necessario “forzare” i contenuti, affidandoli alla pagina, o alla scena, e lasciandoli scaturire principalmente attraverso il percorso delle emozioni.
Il metodo di scrittura, frutto di buon senso e di esperienza teatrale, si basa in primis su una collaborazione paritaria e sulla separazione netta dei ruoli: Gamna generalmente propone le tematiche, sollecita il dibattito sul tema; Longo, assieme al regista, seleziona i materiali necessari per l’approfondimento dell’ambientazione storica, dei caratteri e dei dialoghi (ma anche della lingua) e prova ad abbozzare una forma di canovaccio, più che altro una scaletta sommaria, che viene fissata definitivamente nelle ultime discussioni con il regista. Ne deriva un copione per quadri che alterna scene recitate a scene corali, ai famosi Tableaux vivants (quest’ultimo tipo di “quadro” viene dettagliato con precisione già nel copione). Solo a questo punto Longo avvia formalmente la stesura dei dialoghi, non prima di aver concordato, sulla base del sistema dei personaggi fissato nelle riunioni preliminari, una prima ipotetica distribuzione dei ruoli, che favorisce il processo drammaturgico, poiché permette allo scrittore di immaginare i personaggi viventi e di confezionare su misura la parte assegnata (come nella più classica delle tradizioni teatrali). Un passaggio fondamentale di questo procedimento riguardava infine la lingua, che veniva revisionata, almeno per le parti di Longo, sulla base del Vocabolario Piemontese di Camillo Brero, ovvero trascritte in dialetto torinese, mentre i contributi testuali di Gamna (spesso brani di preghiere o di filastrocche religiose) si ispiravano alla pronuncia del dialetto carignanese.
Dal 2001 al 2010 Progetto Cantoregi ha ideato e curato le mostre invernali al castello di Racconigi, volte a valorizzare e trasmettere i contenuti di arte e di storia della residenza sabauda, portando nelle sale e nel giardino del palazzo reale migliaia di visitatori dal Piemonte e da tutta Italia. Grazie alla sensibilità di Mirella Macera, allora direttrice del castello. Dieci sono le mostre che si sono succedute durante l’inverno: Colori di presepi napoletani in una casa di re (2001), mostra di presepi; Altre voci, altre stanze (2002); Le dimore interiori (2003); I cappellani del re (2004); Racconigi, il Palazzo, il Giardino d’Inverno (2005); Un giardino per Josephine (2006); Piccoli principi (2007); Regine a Racconigi: la promenade (2008); I giorni dello zar, in occasione del centenario della visita dello zar Nicola II a Racconigi (2009); Vittorio Emanuele II il re galantuomo – l’infanzia e la giovinezza (2010), sui momenti più significativi dell’infanzia e dell’adolescenza del primo re d’Italia.