PRIMA: Carmagnola (Borgo Salsasio), Area Vergnano, 14 giugno 1997. Una nuova edizione dello spettacolo dal titolo Quel viaggio è andata in scena nel 1999 a Torino presso le Officine Grandi Riparazioni delle Ferrovie dello Stato, con esordio il 14 settembre TESTO: libera riduzione da “L’Istruttoria” di Peter Weiss ad opera degl studenti del Liceo classico “Baldessano” REGIA: Vincenzo Gamna e Koji Miyazaki COSTUMI: Giuliana D’Alberto INTERPRETI: Dario Geroldi (il giudice), Franco Gambino (il rabbino), Letizia Carena (la bambina), Stefano Frea (il medico del lager), Ezio Baldini- Maurizio Borin (i nazisti), allievi e allieve del Liceo classico “Baldessano” di Carmagnola Libretto Parlare di ieri per comprendere l’oggi. Aprire uno dei capitoli più bui della storia dell’uomo, per provare a fare luce sul presente. Perché ricordare attraverso la messinscena dell’oratorio in canti di Peter Weiss l’atroce realtà dello sterminio di milioni di ebrei, prigionieri politici, omosessuali, zingari, testimoni di Geova, non si riduce ad uno sterile esercizio di memoria. Diviene invece efficace antidoto da fornire doverosamente alle giovani generazioni, lo strumento per prendere coscienza di quale abisso di crudeltà, di spietatezza sia sempre capace l’animo umano, per comprendere appunto perché possano essere ancora oggi drammaticamente d’attualità temi come razzismo, antisemitismo, pulizia etnica. Lo spettacolo teatrale, tratto da L’istruttoria di Peter Weiss, è dedicato alla memoria di Primo Levi nel decennale della scomparsa. Il titolo infatti riproduce il suo numero di matricola ad Auschwitz. L’istruttoria deve il suo titolo al processo tenutosi a Francoforte nel 1963-64 contro i maggiori responsabili del lager di Auschwitz. Dai crudi verbali del processo, da quelle testimonianze Weiss trasse gli elementi per costruire un impianto drammaturgico che fa rivivere senza enfasi quella tragedia collettiva, che riesce nell’intento di rendere memorabili i personaggi, vittime e carnefici, di quell’inferno contemporaneo, facendoli assurgere quasi a simboli di un’umanità offesa. La rappresentazione è frutto del laboratorio teatrale tenutosi nel corso del corrente anno scolastico presso il liceo classico G.Baldessano di Carmagnola; vi hanno lavorato 42 studenti appartenenti alle diverse classi, coordinati dai professori Caterina Gargano, Gabriella Gavinelli, Lucia Occhino ed Eugenio Vattaneo. La scuola si è avvalsa della collaborazione tecnica e artistica dell’Associazione Progetto Cantoregi di Carignano. Nel testo si alternano interventi di numerosi personaggi. La figura del giudice è affidata ad una voce fuori campo di un solo attore (Dario Geroldi), i prigionieri, i testimoni e gli imputati sono invece interpretati dai ragazzi che intervengono a livello ora individuale ora corale, differenziando le impostazioni gestuali in base al ruolo assegnato. Nell’intento di sottolineare il valore insostituibile della testimonianza contro l’oblio e l’indifferenza per una difesa e non di maniera della memoria storica, va inoltre segnalata la partecipazione all’allestimento di un ex deportato, Ferruccio Maruffi, che concluderà questo “rito laico” leggendo una poesia di Primo Levi. Articolo tratto da “La Stampa” Carmagnola, suggestivo spettacolo di Gamna con 50 studenti Un'”Istruttoria” in cortile Aguzzini e sopravvissuti, impeccabili Vincenzo Gamna ci ha abituati da tempo a spettacoli non solo formalmente decorosi, ma a un teatro intimamente necessario. Una volta erano gli autodrammi della città di Carignano;di recente sono state le forme del teatro d’autore. In un caso e nell’altro Gamna non ha mai mirato allo spettacolo per lo spettacolo, ma ha utilizzato il palcoscenico per dare espressione a un comune sentire, o per riflettere come in uno specchio le storie concrete di vita, memorie, sentimenti, rimorsi. L’ultimo prodotto, presentato nell’area Vergnano di Carmagnola, s’intitola IT174517. Dietro questa sigla per qualcuno enigmatica si nasconde L’istruttoria di Peter Weiss. Ma poiché lo spettacolo è dedicato alla memoria di Primo Levi nel decennale della morte, ecco apparire quel sinistro IT174517, che fu il numero di matricola impresso sull’avambraccio di Levi nel momento in cui il futuro scrittore entrò nel campo di Auschwitz. Levi e Weiss, procedono dunque paralleli, non solo perché lo spettacolo registra la voce dell’uno e quella dell’altro, ma perché l’uno e l’altro esprimono la stessa terribile esperienza: Levi fu testimone diretto di un eccidio che sarebbe delittuoso dimenticare o sminuire; Weiss fu scriba del processo intentato contro gli aguzzini di Auschwitz. Non è un caso che fra i sostenitori dell’impresa, oltre alla Città di Carmagnola, alla Provincia di Torino e alla Regione, figuri anche la Comunità ebraica di Torino.Lo spettacolo di Gamna rivela un duplice atteggiamento nei confronti di questa atroce materia: partecipazione emotiva non separata da lucido distacco storico. Il regista (che ha diviso la responsabilità con Koji Miyazaki) ha lavorato principalmente con una cinquantina di studenti del liceo classico Baldessano di Carmagnola, nei quali si è inserito l’attore Dario Geroldi, che ha prestato la voce fuoricampo al personaggio del giudice. Nel cortile dell’antica fabbrica ormai dismessa, e dinanzi alle gradinate per gli spettatori, una vasta pedana recava la stella gialla di David. Oltre la pedana, un vagone ferroviario evocava immediatamente quelle deportazioni che erano tragedia a cominciare dal viaggio. Dal vagone su cui vigilavano due sinistri SS, si catapultavano come fagotti di carne tutti coloro che pre varie ragioni (per essere ebrei, omosessuali, o zingari, o asociali) venivano internati nei campi. Lo spettacolo riproduce lo schema dell’Istruttoria, i sopravvissuti depongono al processo contro gli aguzzini. Questi sono interpretati dal coro, che naturalmente cerca di minimizzare le responsabilità (“obbedivo agli ordini”) o le nega. Con le singole testimonianze prendeva consistenza la parata degli orrori che i nazisti perpetravano ad Auschwitz, emergeva la bestialità dei carcerieri, il loro sadismo a volte travestito di buone maniere, come appariva dal comportamento del medico del lager. senza una sbavatura, con una secchezza espressiva ammirevole e con una impeccabile geometria d’insieme, i giovani attori hanno dato vita alla rappresentazione di un crimine storico, il cui fantasma è ancora agghiacciante. A fine spettacolo l’ex deportato Ferruccio Maruffi ha letto il celebre Canto dei morti invano di Primo Levi. In quel momento, nel buio denso che separava noi del pubblico da lui, è a apparsa una lucciola. Un caso, si capisce. Ma il pulsare minuscolo di quella luce, nella generale commozione, assumeva quasi il valore di un simbolo. Osvaldo Guerrieri Tratto dal TG3 Regionale Teatro al liceo Largo ai giovani! Al termine delle stagioni teatrali regolari, molti appuntamenti col teatro studentesco, spesso di eccellente fattura. E’ il caso di quello proposto dal liceo Baldessano di CArmagnola, nella suggestiva area industriale dell’ex-Alpestre, con la libera riduzione dall’Istruttoria di Peter Weiss, dedicata alla memoria di Primo Levi. Ha infatti per titolo IT174517 lo spettacolo dei ragazzi, numero di matricola di Levi nel campo di concentramento. L’Istruttoria, come è noto, altro non è che la drammatizzazione degli interrogatori del processo contro i carnefici di Auschwitz: da una parte gli aguzzini, dall’altra i sopravvissuti. Grande tensione recitativa tra i giovani, impeccabili interpreti che il regista Vincenzo Gamna ha portato a un livello quasi professionistico. Numerosi ed apprezzabili i colpi di teatro nella messinscena, che risolvono poeticamente le asprezze del testo, una drammaturgia di coralità tra un vagone ferroviario e sullo sfondo una ciminiera, simboli potenti. Restano in candide mutandine e magliette i ragazzi, nella finzione destinati ai forni, e scrosciano gli applausi di un pubblico commosso. Firma con Gamna la regia Koji Miyazaki per il Progetto Cantoregi. Sergio Ariotti
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