IL SETTECENTO DEI CONTADINI PRIMA: Pancalieri, 13 luglio 1986 TESTO: Vincenzo Gamna e Aldo Longo REGIA: Vincenzo Gamna MUSICHE: Gianfranco Poma, Eraldo Sommacal, Guido Tempia. Canti eseguiti dalla corale di Virle COSTUMI: Luigi Genero SCENOGRAFIA: Costanzo Pasquetti COREOGRAFIE: Carla Galliano, Giorgio Frigato INTERPRETI: Oltre cento attori Carignano, Carmagnola, La Loggia, Orbassano, Osasio, Pancalieri, Salsasio, Villastellone, Virle Libretto “… qualche volta, dagli affreschi e dai quadri, i loro visi ci fissano. Ma dai libri quasi mai ne intendi la voce. Le loro generazioni hanno formato le lingue e i dialetti che parliamo, le sintassi dei nostri pensieri, l’orizzonte del nostro paese, il presente. Ma la coscienza che anno dopo anno, mietitura dopo mietitura, essi formavano ai signori e ai padroni, quella coscienza non li riconosceva. Li ometeva. Confondeva le loro voci con quelle degli alberi o degli animali da cortile… erano quelle che non contavano”. R. Leydi L’erbo dla libertà è un melodramma popolare: alcune musiche dello spettacolo sono inedite, ma per la maggior parte attingono al repertorio delle canzoni del popolo riscoprendovi motivi oggi dimenticati ma che hanno fatto parte del costume di un’epoca. E la piazza è lo spazio in cui deve essere ambientato, poiché l’azione scenica prorompe al di là dei ristretti limiti del palcoscenico, non solo coinvolgendo gli spettatori nella vicenda, ma appropriandosi dello scenario naturale del luogo in cui essa viene rappresentata. Va infine rilevato che ad eccezione del prete-narratore e di alcuni personaggi come gli ufficiali napoleonici ed austriaci, gli attori si esprimono in dialetto. Un dialetto crudo ed essenziale, appena impreziosito da vocaboli desueti, che assai si discosta dalla tradizione delle commedie dialettali di maniera.