PRIMA: Carignano, ex Lanififi cio Bona, 9 aprile 1993 TESTO: Elaborazione di Vincenzo Gamna e Marco Pautasso, basata su testimonianze vere, rese da persone di Carignano REGIA: Vincenzo Gamna MUSICHE: Scelte a cura di Vincenzo Gamna e Marco Pautasso COSTUMI: Luciana Bodda e Giuliana D’Alberto INTERPRETI: Attori di Carignano (gli autori delle memorie), Dario Geroldi (lettore) Libretto “Ogni uomo è solo, e i nostri dolori sono un’isola deserta. Non è una buona ragione per non consolarsi, stasera, mentre si spengono i rumori della strada, con delle parole”. Albert Cohen Con Mandatum, una drammatizzazione della liturgia della lavanda dei piedi, la cooperativa Progetto Cantoregi rinnova il tradizionale appuntamento con la sacra rappresentazione pasquale e trae ragione per un nuovo incontro con la gente di Carignano, ancora una volta chiamata a raccontarsi. Due anni or sono Ufficio delle tenebre, che attraverso una rivisitazione non convenzionale della Via Crucis aveva proposto un itinerario nella sofferenza e fornito occasione per ragionare dei quotidiani conflitti che ci angustiano. Lo scorso anno Come l’ultima cena, che radunando intorno ad un desco povero dodici anziani con le loro ordinarie storie di solitudine, di emarginazione, di disperazione, aveva offerto lo spunto per raccontare della difficile condizione della terza età nella nostra società. Quest’anno è invece la volta della liturgia della lavanda dei piedi ad essere pensata e composta drammaturgicamente. L’intuizione è la medesima: un momento della Settimana Santa assunto come pretesto per immergersi nel presente, per scavare nella realtà, per suscitare riflessioni comuni su un tema di scottante attualità. Scelta obbligata, di questi tempi, il lavoro e la crisi occupazionale. Come nella tradizione, sono invitati alla cerimonia della lavanda dei piedi dodici “apostoli”: sono chiamati, ciascuno preceduto da canti di lavoro di matrice popolare, a testimoniare della propria esperienza legata al lavoro, nel tentativo di rendere meno vaghi, di meglio definire termini altrimenti astratti come disoccupazione, cassa integrazione o lavoro nei campi. E nell’intento soprattutto di riaffermare la centralità della pratica lavorativa nella esistenza umana, nel significarne la grandezza anche nelle sue dimensioni più umili ed oscure, e nel sancire il diritto alla piena occupazione come conseguimento di un ideale di giustizia sociale. E per proporre un “nuovo comandamento”, un mandatum appunto, facendo proprio il contenuto dottrinale del messaggio evangelico: quell’atto di carità simboleggiato dal rituale della lavanda dei piedi come scelta individuale irrinunciabile, per intraprendere il necessario percorso di salvazione.