PRIMA: Saluzzo, Cortile della Casa di reclusione “La Felicina, 6 luglio 2005 TESTO: Grazia Isoardi REGIA: Koji Miyazaki ELAB. SONORE: Gilberto Richiero INTERPRETI: Attori della Casa di Reclusione “La Felicina”, partecipanti al laboratorio teatrale condotto da Grazia Isoardi Libretto Per il terzo anno consecutivo, dopo il successo dei due primi allestimenti, «La soglia» e «Il luogo dei cigni», viene proposto in collaborazione con l’Associazione VOCI ERRANTI di Racconigi il nuovo spettacolo realizzato con i detenuti del carcere La Felicina di Saluzzo. Lo spettacolo viene a conclusione di un’attività laboratoriale condotta, come sempre, da Grazia Isoardi, che ha riguardato quest’anno i temi della spiritualità. “I detenuti mettono in scena i pilastri della spiritualità umana attraverso le grandi religioni.” Articolo tratto da “La Stampa” “Amen” il cortile del carcere diventa palcoscenico La Stampa-Cuneo, 6 luglio 2005 Il suono antico dello shofar, il corno biblico che richiama alla preghiera, invade il cortile del carcere <>. Su due dune di sabbia siedono quattro profeti. Al centro un passaggio, forse la via per la salvezza, forse le acque del Mar Rosso che si aprono. Sono le prime immagini di <>, lo spettacolo realizzato dal laboratorio condotto per nove mesi da Grazia Isoardi, con i detenuti della Casa di reclusione di Saluzzo, nell’ambito del Progetto Cantoregi, in collaborazione con l’associazione Voci Erranti, nella quinta edizione de <>. Ieri l’ultima prova, prima del debutto. <> e’ un percorso alla ricerca della religiosita’: uno spettacolo che non poteva nascere che qui, fra quest’umanita’ dolente che incarna l’Uomo nel suo difficile rapporto con il Divino. Un altro profeta attraversa la scena, irrorata d’acqua. Lo accompagna una voce: <>. E l’uomo comune giunge, moltiplicato in venti individualita’, che si stendono a terra; sembrano nuotare, evocano Giona che esce dalla balena. I profeti parlano all’uomo ed e’ subito accusa: <>. Poi la consegna: <>. Il viaggio e’ arduo, il peso delle colpe da portare sono i sacchetti di zavorra che gli uomini recano con se’. Sorge spontanea la preghiera (indu, islamica, ortodossa e cattolica) come un sollievo, ma non basta ai profeti: <>. C’e’ chi si ribella, chi rifiuta, ma un leggero scampanio induce un’altra verita’: la necessita’ della purificazione. Gli uomini si flagellano con rami d’alloro, mentre il percorso si avvia all’epilogo, nel riconoscimento della carita’, dell’amore per l’altro, nella nascita di un nuovo Adamo che ha le sembianze del Cristo deposto dalla croce. <>. La prova e’ finita. Gli attori cercano una conferma al loro impegno. Sono entusiasti, ma hanno paura delle reazioni del pubblico: <>. Da oggi, per tre giorni, quasi mille persone, in sei turni (due ogni giorno alle 16 e alle 18), ascolteranno questa parola: la stessa della preghiera sentita un giorno nel carcere, durante il laboratorio, da Grazia Isoardi e dai suoi 27 allievi. Tutto il lavoro e’ partito di li’, a completare una trilogia, iniziata con <> e proseguita con <>, con lo stesso regista Koji Miyazaki e il convinto sostegno della direttrice de <>, Marta Costantino. Perche’ <>. Vanna Pescatori
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